Le patologie asbesto correlate: diritti delle vittime

Si definiscono patologie asbesto correlate quelle che hanno origine dall’esposizione ai minerali di amianto, detto anche asbesto. Questi minerali, compresi serpentini, come il crisotilo, oltre gli anfiboli, sono dannosi per la salute. Infatti inducono prima infiammazione e poi cancro.

L’Avvocato Ezio Bonanni è uno dei pionieri della lotta contro l’amianto in Italia ed è presidente dell’Osservatorio Nazionale Amianto. Nel caso in cui si tema di essere stato esposto ad amianto oppure di aver già subito un danno biologico, si può chiedere la consulenza gratuita. In questo giornale, grazie alle news amianto, si possono acquisire tutte le informazioni anche sull’evoluzione della giurisprudenza.

consulenza patologie asbesto correlate

Grazie all’impegno dell’ONA e alla consulenza legale gratuita malattie asbesto correlate, tutti coloro che hanno ricevuto la diagnosi di malattia possono chiedere la tutela. Quest’ultima prevede le prestazioni INAIL, poi il riconoscimento della causa di servizio e dello status di vittime del dovere.

Consulta questa guida per acquisire le informazioni e chiedi la tutela gratuita dell’ONA.

Indice

Tempo di lettura: 24 minuti

Asbesto amianto: cos’è

Asbesto significato: dal greco asbestos = indistruttibile e inestinguibile e amianto, dal latino amiantus, gr. ἀμίαντος incorruttibile, sinonimi che identificano minerali fibrosi cancerogeni.

I due termini, in realtà, identificano quei minerali inosilicati (serie degli anfiboli) e del gruppo dei fillosilicati (serie del serpentino), che hanno capacità di dividersi in fibre sempre più sottili. Quest’ultime sono così, facilmente inalabili. Il più utilizzato è stato il crisotilo, che è il minerale della serie dei serpentini. Tuttavia, hanno avuto largo impiego in Italia, anche gli anfiboli dal greco αμφίβολος e dal latino amphibolus (ambiguo). Tra questi ultimi, l’actinoliteamositecrocidolitetremolite e antofillite.

Questa classificazione riproduce quella della normativa europea, trasfusa anche nell’art. 247 del D. Lvo. 81/08, capo III, ne detta le norme di sicurezza sul lavoro. Infatti, a tutt’oggi, questi minerali sono ancora presenti nei luoghi di vita, e soprattutto in quelli di lavoro. Dunque, proseguendo le esposizioni ed essendoci lunghi tempi di latenza, l’epidemia di malattie asbesto correlate è destinata a proseguire per i prossimi decenni.

Asbesto amianto e danni alla salute

I minerali di asbesto significato amianto, comprendono anche il crisotilo. Sono agenti che provocano infiammazione, cancro e sono sempre dannosi per la salute, anche in assenza di diagnosi di malattie amianto correlate. Infatti, che tutte le fibre, anche a bassa dose, provochino danni alla salute è confermato da tutta la letteratura scientifica, medica e biomedica. 

Già dall’inizio del secolo scorso, sono emersi i danni che le fibre erano in grado di provocare all’apparato respiratorio. Così, l’asbestosi fu tabellata in Italia già con la Legge 455/1943, e dettate le prime regole cautelari. In un contesto nel quale la tutela della salute nei luoghi di lavoro era già ricompresa nell’art. 2087 c.c., furono dettate altre norme di prevenzione.

Tuttavia, tutte queste norme sono state per lungo tempo inattuate. Nel corso dei decenni, i danni da amianto sono stati accertati anche per il polmone e per le sierose. Successivamente, sono emerse le capacità cancerogene anche per quanto riguarda l’apparato gastro intestinale. 

I tumori causati dall’amianto

Nell’ultima monografia IARC, il quadro è divenuto chiaro, con certezza scientifica in ordine al mesotelioma, tumore al polmone, laringe e ovaie. Inoltre, sempre nell’ultima monografia IARC, sono riportati anche altri amianto tumori, tra i quali quello faringe, esofagostomaco e colon retto.

Inoltre l’amianto causa con certezza l’asbestosi, le placche pleuriche e gli ispessimenti pleurici.

La prevenzione primaria delle malattie asbesto correlate

In Italia l’amianto asbesto è stato messo al bando con la legge 257 del 1992. Tuttavia questa fondamentale normativa, che vieta l’estrazione, la lavorazione e la commercializzazione dell’amianto, non ha determinato la fine delle esposizioni. Infatti, ancora in tempi recenti, sussistono le condizioni di rischio legate all’asbesto, dato il massiccio utilizzo in passato.

Infatti l’amianto è stato utilizzato in Italia in circa 3000 applicazioni e, a tutt’oggi, sono presenti sul territorio ancora 40 milioni di tonnellate. Per un quadro completo della situazione nazionale si può consultare “Il libro bianco delle morti di amianto in Italia – Ed.2022“.

Nella revisione del Consensus di Helsinki (2014), si ribadisce che l’unico strumento per vincere contro le malattie asbesto correlate, è proprio la prevenzione primaria

Quindi per vincere la nostra battaglia contro l’amianto e le malattie asbesto correlate occorre evitare le esposizioni. Per poter giungere a questa situazione di assenza di rischio è necessaria la bonifica amianto.

Ci sono diversi sistemi di bonifica: incapsulamento, confinamento e smaltimento. Quest’ultimo è il più efficace sistema di bonifica perché presuppone la rimozione di materiali di amianto. In questo modo si evita qualsiasi rischio di esposizione. Infatti sia incapsulamento che confinamento non assicurano la risoluzione definitiva del problema. Il primo sistema impone comunque di ripetere il trattamento. Inoltre il secondo non esclude la fuoriuscita di amianto, per esempio in caso di terremoto.

L’ONA ha istituito l’App Amianto, grazie alla quale si sta mappando tutto il territorio italiano per identificare le condizioni di rischio. Infatti, qualora ci sia un sito a rischio, consultando l’elenco, sarà possibile evitare l’esposizione. Inoltre con la mappatura sarà possibile la bonifica. Per questo l’ONA chiama alla collaborazione i cittadini, in modo da poter segnalare tutti le aree a rischio nell’App.

Amianto e l’importanza della sicurezza sul lavoro

Inoltre, è molto importante che le norme della sicurezza sul lavoro trovino concreta applicazione. Infatti, fino ai tempi più recenti queste norme sono rimaste inattuate. Già con la legge 455/1943 furono dettate le prime regole cautelari.

Successivamente, il sistema di prevenzione è stato integrato con il DPR 303/56. Questo complesso normativo disponeva varie prescrizioni di igiene del lavoro, di prevenzione tecnica. Già con il DPR 547/55 erano state dettate altre norme di protezione. Tra queste ultime l’obbligo di dotazione di maschere protettive (377 DPR 547/55). 

Queste norme si sono sommate alla disposizione di cui all’art. 2087 c.c., che tutela la salute e l’incolumità psicofisica. In seguito, con il Decreto 277/91, la normativa prevenzionistica è stata ampliata. Infatti, sono stati recepiti i principi già dettati dalla medicina del lavoro e dall’igiene industriale. In seguito, con il D.L.vo 626/94, si è imposto l’obbligo di valutazione e rimozione del rischio. Infine, tutta la normativa di tutela della sicurezza è stata trasfusa nel D.L.vo 81/2008.

Anche la Risoluzione del Parlamento europeo del 20 ottobre 2021 prevede una serie di iniziative volte alla protezione dei lavoratori dall’esposizione all’amianto. Si propone di aggiornare la direttiva 2009/148/CE, al fine di rafforzare le misure volte a proteggere i lavoratori e prevenire una nuova ondata di vittime dell’amianto.

Amianto: novità in arrivo dal Parlamento europeo

Anche il Parlamento Europeo ha sempre più contezza circa l’epidemia di malattie asbesto correlate. I numeri sono impressionanti del resto. Basti pensare che il 78% delle malattie professionali, in Europa, è causato dal killer silente. In risposta alla drammatica situazione, in data 3. 10.2023 è stata votata una nuova delibera, che conferma le tesi dell’Osservatorio Nazionale Amianto: ‘abbassare il livello a 0,002 fibre di amianto per cm³, escluse le fibre sottili, o a 0,01 fibre di amianto per cm³, incluse le fibre sottili’.

https://www.europarl.europa.eu/doceo/document/TA-9-2023-0332_IT.html#title2

I nuovi provvedimenti sono in linea con le tesi dimostrate dall’Avv. Ezio Bonanni, Presidente ONA e da lui ribadite nel ricorso alla Corte Europea per i Diritti dell’Uomo [agosto 2008].

In questo modo, è lo stesso impianto della normativa comunitaria a subire una radicale trasformazione, per la “protezione dei lavoratori dell’amianto”. Solo in via nominale, possiamo ora richiamare la vecchia direttiva 477/83/CEE, e la prima stesura della 149/2009/CE.

Prosegue di conseguenza il percorso della legislazione comunitaria, dopo la risoluzione del Parlamento Europeo (ottobre 2021).

A tal proposito ricordiamo che  l’articolo 168 TFUE protegge la salute. Stesso dicasi per le ulteriori tutele di cui agli artt. 153 e 156 TFUE, contro gli infortuni e le malattie professionali. Nello specifico, in riferimento all’art. 191 TFUE, circa la tutela dell’ambiente, proprio la legislazione comunitaria costituisce il primo presupposto per la tutela rispetto al rischio amianto.

La tutela contro il il pericoloso patogeno è estesa altresì alle esposizioni ambientali, anche se, come detto, la stragrande maggioranza dei casi è dovuta ad esposizione lavorativa. Infatti, sono dovuti ad esposizione ambientale solo una frazione dal 5 al 20% dei casi di mesotelioma (Istituto Superiore di Sanità -ISS).

La stima epidemiologica per i prossimi decenni

Nei prossimi decenni, purtroppo, il numero dei casi rimarrà elevato. Salirà fino al 2028/2030, e poi inizierà una lenta decrescita. Per questi motivi, quindi, è necessario incrementare e sviluppare anche il sistema della prevenzione secondaria. In prospettiva, è necessario anche dare corso alle bonifiche ambientali. Comprese quelle di siti non industriali. 

Ciò è confermato anche dall’Istituto Superiore di Sanità, che ha evidenziato un rilevante numero di patologie asbesto correlate nella popolazione italiana, a distanza di 17-25 anni dal bando dell’amianto. Secondo le indagini dell’ISS, fino al 2017, ci sono stati circa 231.000 decessi l’anno nel mondo dovuti a malattie asbesto correlate.

In particolare in Italia, dal 2010 al 2016, si contano 7.660 uomini e 2.947 donne deceduti a causa del mesotelioma. Invece, per asbestosi, sono 361 le vittime uomini e 44 le donne. Infine è stimato che 11% dei tumori polmonari che colpiscono gli uomini è attribuibile all’esposizione ad amianto (2.718 decessi l’anno), mentre 1,2 % nelle donne (112 decessi l’anno). A queste patologie si aggiunge anche il tumore ovarico, di cui circa lo 0,5% è attribuibile all’esposizione ad amianto (circa 96 decessi nel periodo tra il 2010 e il 2015).

Prevenzione secondaria patologie amianto correlate

Nel caso in cui ci siano state esposizioni, l’unico sistema è quello di evitarne delle altre e di sottoporsi a sorveglianza sanitaria. Tra l’altro ciò risulta nella stessa disposizione dell’art. 259 del Dlgs. 81/2008.

Così, coloro che sono stati esposti ad amianto possono ottenere la diagnosi precoce di eventuali malattie asbesto correlate, il che rende più efficaci le terapie.

Le patologie asbesto correlate infiammatorie

Come abbiamo già evidenziato, le fibre, provocano l’infiammazione e patologie da amianto come:

I tumori da amianto asbesto correlati

In più, ci sono i tumori amianto, tra i quali il mesotelioma, quello della pleura, del peritoneo, del pericardio e della tunica vaginale del testicolo. Inoltre, sono asbesto correlati i tumori della laringe e delle ovaie

Ci sono poi altri tumori da amianto per i quali si nutrono ancora dubbi, alimentati dai produttori di asbesto, che negano il legame tra amianto e tumori. Invece, questo legame delle malattie da amianto, con le fibre di asbesto è ormai accertato con unanime consenso tra gli scienziati indipendenti. Infatti, si pone molto la problematica della libertà e dell’indipendenza della scienza. Per cui, le malattie da amianto, e quindi tumori da amianto, sono anche quelli alla faringe, dello stomaco, del colon retto e dell’esofago.

Asbestosi polmonare: che cos’è e come ha origine 

L’asbestosi é la fibrosi polmonare che ha origine dalla esposizione a minerali di asbesto, e quindi è una malattia da amianto. Questa pneumoconiosi è quasi sempre ad esito infausto. Fu tabellata per la prima volta con la L. 455/1943, e ha anche delle complicanze cardiache e cardiovascolari.

Poiché l’asbestosi insorge solo con alte dosi di esposizione, e dopo 15/20 anni, è sempre di origine professionale. La legge scientifica della dose dipendenza dell’asbestosi, da esposizione ad asbesto, è una legge universale. Questo è molto importante per ottenere sia l’indennizzo INAIL che il risarcimento del danno.

I lavoratori vittime di asbestosi, hanno sempre maggiore difficoltà respiratoria (dispnea), prima a seguito di sforzi, poi anche a riposo. Compare spesso anche tosse cronica resistente alla terapia.

L’evoluzione, generalmente lenta, è verso una insufficienza respiratoria ingravescente. La gravità dell’insufficienza respiratoria per lo più è correlata alla durata dell’esposizione e alla sua intensità. Quindi, per questi motivi (alte esposizioni ad asbesto), in molti casi si evolve in tumore del polmone e mesotelioma, c.d. amianto tumore.

L’asbestosi malattia professionale, che è inserita nella Lista I dell’INAIL, quindi è assistita dalla presunzione legale di origine. In altri termini, l’onere della prova è sempre a carico dell’INAIL. Invece, per le domande di risarcimento del danno, l’onere della prova è a carico del lavoratore infortunato. L’ONA tutela i diritti delle vittime di asbestosi, e di altre amianto malattie correlate. 

Placche pleuriche e ispessimenti della pleura

Le placche pleuriche sono delle infiammazioni della pleura che avvolge i polmoni. Questa membrana è formata da due foglietti:

  • pleura viscerale, legata ai polmoni;
  • pleura parietale, che si trova sulla gabbia toracica e permette la respirazione con il dilatarsi dei polmoni, attraverso la lubrificazione con il liquido pleurico. 

Entrambe hanno uno strato di cellule piatte ed estese (mesotelio) e uno strato di fasci di collagene. La pleura può essere colpita da processi infiammatori (pleurite), da versamento pleurico, da pneumotorace e da processi fibrosi, come le placche calcifiche e gli ispessimenti pleurici.

Patologie asbesto correlate: cardiopatie amianto

Le fibre di amianto-asbesto provocano, in molti casi, asbestosi, che ha le già note complicanze cardiache. Tant’è vero che nell’art. 145 del T.U., debbono essere considerate ai fini della quantificazione del danno biologico. Quindi il grado invalidante complessivo deve tener conto anche di queste complicazioni. 

Quindi, nella valutazione medico legale del danno biologico, derivato dall’esposizione ad amianto, e dell’insorgenza dell’asbestosi, debbono essere considerati anche i danni cardiaci. Le malattie cardiache costituiscono una complicanza dell’asbestosi, quantomeno a titolo concausale. Sulla base del dettato normativo, ciò rileva anche in sede civilistico risarcitoria, oltre l’indennizzo INAIL cardiopatia amianto. Perciò l’ONA e l’Avv. Ezio Bonanni hanno costituito un particolare dipartimento che si occupa del riconoscimento di questi danni.

Patologie asbesto correlate: mesotelioma pleurico

Tra le malattie asbesto correlate deve essere considerato principalmente il mesotelioma, (il c.d. eternit tumore) che è il cancro delle sierose. Il più diffuso è il mesotelioma pleurico, ovvero il mesotelioma della pleura, che avvolge il polmone e permette la respirazione. Questa neoplasia pleurica riguarda il 93% dei casi di mesotelioma, i quali, purtroppo, hanno un indice di mortalità molto elevato. 

La conditio sine qua non è costituita dall’ispessimento della pleura che certifica l’elevata esposizione ad amianto, che ne è l’unico agente eziologico. In Italia, purtroppo, ancora nel 2021, il numero di casi di mesotelioma pleurico sono in constante aumento. 

I settori che ne hanno una maggiore incidenza sono la cantieristica navale, l’edilizia e il Comparto Militare. Tuttavia, questo rischio, riguarda tutti i settori degli ambiti merceologici. Inoltre, poiché i tempi di latenza sono nella media di circa 38 anni, il picco è previsto per il 2028.

Infatti, le esposizioni più elevate si sono verificate fino alla metà degli anni ’90, e permangono a tutt’oggi. Quindi l’epidemia è in corso. Il meccanismo patogenetico del mesotelioma è legato all’inalazione delle fibre di asbesto, compreso il crisotilo. Queste giungono alla pleura sia per contiguità con i polmoni, che con il flusso sanguigno e linfatico. 

Si avvia così l’infiammazione, e poi la degenerazione neoplastica. Queste vittime hanno diritto sia all’indennizzo che al risarcimento del danno.

Tumore pericardico da asbesto: mesotelioma pericardico

Le fibre asbestiformi provocano anche il mesotelioma del pericardio, detto anche il tumore del cuore, ovvero della sierosa che avvolge il pericardio. Le vittime hanno il diritto all’indennizzo INAIL e al risarcimento danni. 

Il cancro del peritoneo asbesto correlato

Il peritoneo è la membrana che avvolge lo stomaco e può essere attaccata dalla fibra killer. Si avvia così quel processo infiammatorio che dà origine, successivamente, al mesotelioma del peritoneo.

Questa neoplasia riguarda circa il 5% dell’intero numero di casi di mesotelioma. L’esito è sempre, purtroppo, infausto, con minori aspettative rispetto al mesotelioma pleurico. Anche per questa neoplasia sussiste il diritto all’indennizzo e al risarcimento del danno.

Mesotelioma del testicolo nella tunica vaginale

L’amianto causa cancro anche nel testicolo. Le fibre di asbesto, attraverso il flusso sanguigno e il sistema linfatico giungono fino all’apparato genitale. In particolare a quello maschile (oltre che di quello femminile). Se anche il tumore delle ovaie è considerato asbesto correlate, a maggior ragione quello del testicolo.

Quest’ultimo è il mesotelioma della tunica vaginale del testicolo e riguarda circa l’1% dei casi. Sussiste il diritto all’indennizzo dell’INAIL e al risarcimento del danno.

Amianto tumore polmonare: patologia asbesto correlata 

Le fibre di asbesto raggiungono gli alveoli polmonari, generano infiammazione, reazioni autoimmuni e asbestosi. Quest’ultima in molti casi evolve in tumore del polmone.

Queste neoplasie si distinguono in due grandi gruppi: il tumore del polmone non a piccole cellule e il tumore del polmone a piccole cellule. In molti casi, lavoratori già ammalati di asbestosi, ricevono anche la diagnosi di tumore del polmone. Tuttavia, non è condizione necessaria per ottenere il riconoscimento dell’origine asbesto correlata di questa neoplasia. Infatti, la lettura del Consensus di Helsinki (1997) identifica le 25/fibre/cc/anno solo come maggior rischio, progressivo, senza eludere la rilevanza di tutte le esposizioni. 

In più, anche con abitudini tabagiche, sussiste in ogni caso il nesso causale ove ci siano state esposizioni ad asbesto, che hanno peraltro un ruolo sinergico. Tutte le esposizioni, e le co-esposizioni, determinano il sinergismo moltiplicativo. Quindi anticipano la latenza, aggravano la patologia e abbreviano la vita. Quindi integrano il nesso causale, quantomeno ex art. 41 c.p. (tra le tante Cassazione, sezione lavoro, 644/2005).

Infatti, una recente revisione della letteratura scientifica ha confermato questa legge del sinergismo e potenziamento, e quindi avallato le azioni risarcitorie. 

Sinergismo della co-esposizione fumo e amianto

Nel 2020 nella pubblicazione “Asbestos, Smoking and Lung Cancer: An Update, si conferma quanto sostenuto. Quindi: “smoking increased the risk of lung cancer by about 10-fold, and asbestos increased the risk by about 5-fold. The two together increased the risk by about 50-fold (not 15-fold), compared with that of the nonsmokers who were unexposed to asbestos; an almost pure multiplicative effect. If all factors contributing to lung cancer were summarized in a figure of 53 to quantify the actual average risk in a smoker with asbestos exposure, its components are 1 for the base risk, 10 (10.85–1) for the smoking risk, 4 (5.17–1) for the asbestos risk, and 38 (53–1–10–4) for the risk that depends on the interaction between smoking and asbestos”.

Così anche Selikoff e Seidman sostengono lo stesso, come richiamato nella più recente pubblicazione di Sonja Klebe, James Leigh, Douglas W. Henderson e Markku Nurminen. Quindi, in conclusione si ha: “l’esposizione cumulativa e il sinergismo tra l’esposizione ad amianto e il fumo di tabacco. Perciò stesso definiti a livello biologico “agenti inseparabili” nella prospettiva di un loro contributo congiunto al nesso di causalità del processo della cancerogenesi“.

Anche per le domande risarcitorie è rilevante l’esposizione ad amianto, in caso di tumore del polmone, compreso il microcitoma. Invece, per quanto riguarda l’indennizzo INAIL rileva la presunzione legale di origine. Quindi l’INAIL deve sempre e comunque indennizzare il lavoratore, anche nel caso in cui sia un fumatore.

Tumore della laringe tra le patologie asbesto correlate

Il cancro laringe colpisce soprattutto maschi adulti sopra i 55 anni. Il tumore laringe ha tra i suoi agenti eziologici  l’esposizione a polveri e fibre di amianto, oltre al tabacco. Inoltre, in alcuni casi, sono stati ritenuti rilevanti gli stili di vita, e dunque una dieta povera di ortaggi e frutta, l’abuso di alcool.

Quindi ci sono una serie di fattori che concorrono. Tuttavia, nell’ultima monografia IARC, come già ribadito, l’amianto è uno degli agenti eziologici più rilevanti. Tant’è vero che, dopo la revisione delle tabelle INAIL (2014), il tumore della laringe è stato inserito nella Lista I.

Dunque il tumore della laringe è una delle classiche malattie asbesto correlate. Perciò i danni debbono essere indennizzati e risarciti.

Cancro alle ovaie asbesto correlato

Le cause cancro alle ovaie sono diverse: prima di tutto c’è l’esposizione a polveri e fibre di amianto. Quindi l’asbesto si aggiunge agli altri agenti tossici, patogeni e cancerogeni. Inoltre, tra le cause del tumore delle ovaie, ci sono anche quelle genetiche e legate agli stili di vita (obesità, fumo, assenza di esercizio fisico).

La faringe e il tumore delle fibre di asbesto

Il tumore alla faringe è una neoplasia che si sviluppa nel tratto respiratorio. Le fibre, infatti, attaccano tutte le vie respiratorie, tra le quali la faringe. Tuttavia, tra le diverse neoplasie, questa ha dato vita a pareri contrastanti tra gli scienziati.

Invece, secondo i medici ONA anche il tumore della faringe, così come tutti gli altri tumori maligni, sono provocati da amianto. In particolare si considerano quelli orofaringei, della lingua, della gola e del tratto respiratorio.

In ogni caso le fibre di asbesto hanno sempre un ruolo concausale.

Cancro dello stomaco tumore amianto

Il tumore dello stomaco è l’adenocarcinoma gastrico. Anche in questo caso le fibre di amianto hanno un loro ruolo. Questa neoplasia, tra le patologie asbesto correlate, è provocata dalla crescita di una massa di cellule del rivestimento interno della mucosa.

Tumore colon retto tra le patologie asbesto correlate

Il tumore del colon retto è una delle patologie asbesto correlate. Recentemente, nell’ultima monografia IARC, l’amianto è indicato come agente eziologico. Il dato però è solo epidemiologico, perché vi è contrasto scientifico. Secondo l’Avv. Ezio Bonanni, l’incertezza scientifica dell’origine amianto correlata del tumore del colon retto è dovuta all’influenza dei consulenti dell’industria dell’amianto.

Per questi motivi, negli ultimi anni, sono sempre di più i casi di riconoscimento dell’origine asbesto correlata del tumore del colon e anche del retto.

L’esofago e il tumore asbesto correlato

Anche per quanto riguarda l’esofago, le fibre di amianto hanno una loro capacità di provocare cancro. Attualmente, il tumore all’esofago, come neoplasia amianto, è inserito nella lista III dell’INAIL.

Procedura legale per l’indennizzo INAIL malattia amianto

L’inquinamento da eternit rappresenta un’emergenza prima di tutto sociale e sanitaria e poi anche giudiziaria. Per questi motivi si è sviluppata una vasta normativa e una smisurata giurisprudenza. Il merito è anche dell’impegno dell’Avv. Ezio Bonanni, che è stato il pioniere, in Italia, della difesa dei lavoratori e dei cittadini esposti e vittime della fibra killer.

Il primo approccio della prevenzione terziaria è proprio quello legato all’indennizzo INAIL, che sussiste anche per quelle neoplasie che non sono nelle tabelle. Infatti, il sistema delle tabelle è stato scardinato. Dunque tutte le infermità, di origine professionale, anche quelle dell’asbesto, devono essere riconosciute e indennizzate. La differenza sta nell’onere della prova

Quindi, in sintesi, le malattie asbesto correlate della Lista I sono assistite dalla presunzione legale di origine. Invece, per tutte quante le altre, è il lavoratore a dover rendere la prova del nesso causale.

Malattie asbesto correlate Lista I INAIL

Il mesotelioma, il tumore del polmone, della laringe, delle ovaie, l’asbestosi, le placche pleuriche e gli ispessimenti pleurici sono nella Lista I. Infatti, l’agente eziologico asbesto è considerato nel sistema delle tabelle. Dunque, l’INAIL deve sempre indennizzare queste patologie, secondo il loro grado invalidante.

L’INAIL, ove voglia negarne l’origine professionale, dovrà prima di tutto eccepire e poi dimostrarne l’esclusiva origine extraprofessionale. Infatti anche la concausa è sufficiente ad affermarne l’origine professionale.

Per la presunzione legale di origine, di cui agli artt. 3, 139 e 211 del DPR 1124/65 e di cui all’art. 10, comma 3, del D. Lgs. 38/2000, è sufficiente anche la sola presenza dell’amianto nell’ambiente lavorativo.

In questo modo si ottiene la presunzione legale di origine professionale della patologia ed è più semplice ottenerne l’indennizzo INAIL. Non è necessario dedurre né dimostrare un limite di soglia per ottenere l’indennizzo INAIL delle infermità. Si tratta, infatti, di patologie della tabella 1.

Malattie tabellate nella lista II  e III dell’INAIL

Nella Lista II sono comprese le malattie causate dall’amianto la cui origine lavorativa è di limitata probabilità:

  • tumore alla faringe (c10-c13);
  • cancro dello stomaco  (c16);
  • tumore del colon retto (c18-c20);

Invece la Lista III comprende solo il tumore all’esofago, la cui origine lavorativa è ritenuta possibile.

La prova del nesso causale è a carico del lavoratore assicurato, sia per le malattie della lista II che per quelle della lista III.

Il nesso causale malattie asbesto correlate

Per accertare il nesso causale delle patologie asbesto correlate, è necessario distinguere tra le azioni. Nei confronti dell’INAIL, se si tratta di malattie della lista I, è sufficiente la presenza dell’agente cancerogeno. Non c’è un limite di soglia. Mentre, diversamente, anche per l’INAIL per le altre patologie occorre dare la prova.

Così, in sede civilistica, vale il principio del ‘più probabile che non’. Cioè, bisogna superare una probabilità del 50%, e della rilevanza della concausa.

La Suprema Corte di Cassazione, sez. Civile, n. 12041 del 2020, ha ribadito i principi più volte affermati dall’ONA. Infatti, “in fase di accertamento del nesso causale, ove l’art. 533 del codice di rito penale impone che il rapporto di causalità tra la condotta e l’evento debba essere stabilita, a carico dell’accusa pubblica, ‘al di là di ogni ragionevole dubbio’. (cfr. Cass SS.UU. pen. 30328 del 2002; Cass. SS.UU. pen. 38343 del 2014; Cass. SS.UU. pen. 33749 del 2017). Mentre la regola nei giudizi civili è quella ‘del più probabile che non’”. Come già in precedenza è sostenuto da: Cass. SS.UU. n. 576 del 2008 e Cass. SS.UU. n. 23197 del 2018.

Dunque integra il nesso causale qualsiasi antecedente che abbia anche solo anticipato la malattia e la morte. Il principio è quello dell’equivalenza causale e/o della sufficienza della concausa (art. 41 c.p.). Quindi, in caso di esposizione in più siti, ognuno è responsabile per il tutto (Cass. Sez. Lav., n. 5086/12).  

Nesso di causalità indennizzo INAIL

Per quanto riguarda, invece, l’INAIL, oltre la presunzione legale di origine, per le altre malattie, è sufficiente il nesso di causalità debole. I criteri sono dettati da Circolare INAIL n. 7876 bis del 2006.

Quindi, è possibile dimostrare il nesso causale anche per le patologie non inserite nella lista I. Questo è possibile dato che il sistema tabellare è venuto meno. Infatti il principio è che l’indennizzo, ex art. 38 Cost., spetta a tutte le vittime di lavoro. 

Per questi motivi, è fondamentale la prova dell’esposizione ad amianto, che si ottiene con l’utilizzo della legge scientifica dell’INAIL.

Come dimostrare l’esposizione amianto

L’INAIL, ente previdenziale deputato all’indennizzo, ha elaborato degli strumenti di calcolo. In primo luogo c’è la banca dati Amyant, poi l’algoritmo dall’ente tedesco Hauptverband der Berufsgenossenschaften. Quindi, il sistema di calcolo dei livelli espositivi ad asbesto permette di acquisire la prova dell’esposizione.

La formula E= Σ(cᵢ * hᵢ)/hanno indica i valori della banca dati Amyant e i tempi, ottenendo i risultati dei livelli espositivi.

Questi principi sono stati validati anche da Cass., Sez. Lav., 6543/2017. Quindi, è possibile accertare l’esposizione, anche se mancano le rilevazioni.

La prova del rischio si raggiunge anche su base epidemiologica. L’epidemiologia, infatti, è un ulteriore criterio di supporto. Tant’è vero che i comparti a maggior rischio hanno anche un numero elevato di malattie correlate, tra cui i mesoteliomi. Ciò è dimostrato dal VII Rapporto Mesoteliomi.

In questo modo, è possibile confermare la condizione di rischio e, dunque, ottenere l’accoglimento delle domande nei confronti dell’INAIL.

Per il risarcimento di tutti i danni, dovrà essere proposta l’azione contro il datore di lavoro e contro i titolari delle posizioni di garanzia.

Altri tumori amianto e patologie asbesto correlate

Il Prof. Giancarlo Ugazio, sulla base della revisione della letteratura scientifica, ha dimostrato che l’esposizione a polveri e fibre di amianto provoca tutta una serie di altre patologie, compresi anche il tumore alla trachea, il tumore al seno e la leucemia.

Queste si  aggiungono a quelle contemplate nelle tre liste dell’INAIL che, allo stesso tempo, debbono essere riconosciute quali malattie professionali e causate dal servizio. Come tali devono essere indennizzate.

Il sistema delle tabelle è stato scardinato prima dalla Corte Costituzionale, poi dal legislatore. Con l’art. 10, comma 4, del D.Lgs. 38/2000 ha affermato il principio che, in caso di infermità, il lavoratore assicurato può dimostrare l’origine professionale della malattia.  Quindi ottenerne il riconoscimento INAIL ai fini dell’indennizzo, reversibile ai familiari, in caso di decesso.

Per questi motivi, tutti i lavoratori esposti a polveri e fibre di amianto e ad altri cancerogeni, in caso di lesione della loro salute, possono chiedere un consulto al pull di medici dell’ONA.

Tra le varie patologie per amianto prese in considerazione ci sono:

  • tumore al cervello;
  • cancro alla colecisti;
  • neoplasia al pancreas;
  • tumore alla prostata;
  • cancro al rene;
  • neoplasia alla tiroide;
  • carcinoma alla vagina-vulva;
  • cancro alla vescica;
  • tumori amianto emolinfopoietici;
  • cancro alla mammella.

Poi ci sono anche le patologie degenerative da amianto non tumorali. In particolare queste possono colpire il cuore (miocardiopatia), il sistema nervoso centrale (morbo di Alzheimer) e la sclerosi laterale amiotrofica. 

La correlazione di queste patologie, in particolare il tumore alla vescica, con l’esposizione ad amianto è dimostrata da molte ricerche scientifiche, come “Urinary apparatus tumours and asbestos: The Ramazzini Institute caseload“, “Epidemiology and etiology of bladder cancer“, “Cancer Epidemiology and Prevention“, “Epidemiology and prevention of bladder cancer” e “An update review of the literature: risk factors for bladder cancer with focus on occupational exposures“.

Indennizzo INAIL e rendita diretta alla vittima

In caso di infermità riconducibili a esposizione professionale ad amianto, sussiste il diritto all’indennizzo INAIL e all’erogazione della rendita, con grado di invalidità pari ad almeno il 16%. Negli altri casi, si indennizza il solo danno biologico. È il caso di infermità dal 6 al 15% della lesione dell’integrità psico-fisica.

Rendita di reversibilità per superstiti

L’art. 85 del D.P.R. 1124/1965 regola i casi di decesso del lavoratore assicurato. La normativa è quella di carattere generale. Così, se in seguito a una delle patologie asbesto correlate di natura professionale si raggiunga la morte, i superstiti hanno diritto all’indennizzo.

Sono titolari dei diritti, secondo l’art. 85 del D.P.R. 1124/1965, rispettivamente il coniuge e gli orfani. Il primo nella misura del 50%, i secondi, del 20%, senza poter superare il 100%.

I figli hanno diritto alla prestazione fino alla maggiore età, e se studenti, fino ai 26 anni. Poi ci sono anche altri titolari a determinate specifiche condizioni.

Il diritto dei superstiti consiste nell’assegno funerario e nella rendita INAIL di reversibilità. La richiesta deve essere formulata entro il termine dei 3 anni.

Fondo Vittime Amianto patologie asbesto correlate

Nel caso di riconoscimento di patologia asbesto correlata, sussiste il diritto alle prestazioni aggiuntive del Fondo Vittime Amianto, ai sensi dell’art. 1, commi 241/246, L. 244/2017.

Il Fondo Vittime Amianto (FVA) eroga un indennizzo che si aggiunge alla rendita INAIL, nella misura del 15%.

Inoltre l’art. 1, comma 116 L. 190/2014 ha ampliato la platea dei beneficiari del Fondo Vittime amianto, in favore delle vittime mesotelioma per esposizione familiare e ambientale. In quest’ultimo caso l’indennizzo consiste nel versamento dell’importo di 10.000 euro una tantum. 

Malattie asbesto correlate: risarcimento danno differenziale

Il lavoratore vittima amianto ha altresì diritto al risarcimento dei danni differenziali. È la differenza tra l’indennizzo INAIL del danno patrimoniale e del danno biologico e il dovuto.

Si ha diritto al differenziale quantitativo e i danni complementari, cioè i differenziali qualitativi. Tra questi ultimi i danni morali e quelli esistenziali, non coperti dall’assicurazione INAIL. Il tutto risulta confermato dalla Corte di Cassazione, Sez. Lav., Sent. n. 777/2015.

Benefici contributivi e prepensionamento amianto

Le vittime di malattie asbesto correlate, ovvero che hanno ottenuto dall’INAIL il riconoscimento della riconducibilità delle loro infermità a esposizione professionale ad asbesto, hanno diritto ai benefici contributivi.

Infatti, sulla base dell’art. 13, comma 7, L. 257/92, si devono ottenere dall’INPS la moltiplicazione del periodo di esposizione ad amianto con il coefficiente 1,5. Questo indennizzo contributivo é utile sia per il prepensionamento e sia rivalutazione delle prestazioni pensionistiche già in godimento.

Diversamente rispetto alla disciplina dei benefici amianto per la sola esposizione, l’accredito delle maggiorazioni contributive in seguito al riconoscimento di patologia asbesto correlata non presuppone un termine e una soglia minima di esposizione.

La decadenza del diritto ai benefici contributivi

Si sono superati anche i problemi di decadenza INPS per il decorso dei tre anni e 300 giorni dal deposito della domanda. Questa disposizione si deve all’art. 47 del DPR 639/70.

In più c’è l’ulteriore ostacolo della prescrizione decennale dei benefici contributivi esposizione amianto (ex art. 13, comma 8, L. 257/92).

Poi in alcuni casi il coefficiente è stato ridotto a 1,25, tranne quando si applica la precedente normativa.

Pensione invalidità amianto, come funziona?

Nel caso di riconoscimento di una delle patologie asbesto correlate, connesse all’esposizione professionale ad amianto, da parte dell’INAIL o di altro ente detentore della posizione assicurativa, sussiste il diritto a poter chiedere di essere immediatamente collocato in pensione.

Questa disposizione normativa, introdotta con l’art. 1, co. 250 L. 232/2016, era circoscritta ai soli casi di riconoscimento di mesotelioma, tumore del polmone e di asbestosi. 

Con la modifica dell’art. 41 bis, L. 58/2019 sono stati introdotti due commi, che hanno integrato l’originario tessuto normativo. L’art. 1 co. 250, 250-bis e 250-ter della L. n. 232/2016 ha ampliato la platea degli aventi diritto alla pensione amianto immediata. Così, in caso di mancata maturazione della pensione, gli aventi diritto per il semplice riconoscimento di patologia asbesto correlata possono chiedere di essere collocati in pensione inabilità amianto.

L’INPS ha dettato le linee guida per poter accedere alla pensione amianto di invalidità. La domanda di pensionamento amianto può essere depositata presso l’INPS. Il termine è il 31.03.2022. Qualora non si presentasse la domanda entro questo termine, la richiesta verrà esaminata l’anno successivo a partire da aprile. Inoltre occorre ricordare che la pensione d’invalidità non è cumulabile con la rendita INAIL.

Assistenza legale per prepensionamento amianto

L’Avv. Ezio Bonanni è uno dei pionieri in Italia della tutela delle vittime dell’amianto. Già nel gennaio del 2000, ha avviato i primi procedimenti con la domanda amministrativa INPS per ottenere l’accredito delle maggiorazioni contributive per esposizione ad amianto.

Il percorso dei benefici amianto è, comunque, accidentale, perché l’INPS solitamente rifiuta la concessione dei benefici contributivi per esposizione ad amianto, ovvero le maggiorazioni contributive per esposizione ad amianto.

Malattie asbesto correlate e riconoscimento vittime dovere

La più alta incidenza di casi di malattie asbesto correlate si è verificata nel settore militare e nel Comparto Sicurezza. Tant’è vero che c’è un elevato indice epidemiologico proprio in questo ambito. Tra i più colpiti sono coloro che hanno prestato servizio nella Marina Militare Italiana, oggetto di tutela con l’art. 20 della L. 183/2010.

Con questa normativa, anche tutti gli altri settori e comparti hanno ottenuto il riconoscimento a vittima del dovere, che si lega a quello di causa di servizio. In questi casi, sussiste prima di tutto il diritto all’equo indennizzo, e poi a quello di equiparato a vittima del dovere. 

Per quanto riguarda la tutela delle vittime di malattie amianto correlate nel comparto militare e sicurezza occorre considerare l’art. 1, commi 563 e 564, della L. 266/05 e l’art. 1 del DPR 243/06.

Quindi, le vittime di queste malattie hanno diritto alla speciale elargizione, allo speciale assegno vitalizio e all’assegno vitalizio. Inoltre ci sono tutta un’altra serie di diritti, estesi anche ai superstiti, oltre al risarcimento del danno.

L’ONA ha ottenuto importanti risultati in tutela delle vittime del dovere per esposizione ad amianto

Patologie asbesto correlate e risarcimento danni 

Oltre all’indennizzo INAIL malattia professionale, sussiste il diritto al risarcimento dei danni. È lo strumento di totale ristoro per le vittime amianto e i loro familiari.

Infatti, le patologie asbesto correlate sono altamente invalidanti. Oltre al danno biologico provocano anche una serie di altri pregiudizi. In sostanza, sconvolgono la vita della vittima e anche quella dei familiari.

Vanno risarciti i danni non patrimoniali, che sono:

  • biologico, cioè la lesione all’integrità psicofisica;
  • morale, la sofferenza interiore;
  • esistenziale per il peggioramento qualità della vita.

In più c’è il pregiudizio patrimoniale, che si distingue in danno emergente e lucro cessante. L’indennizzo INAIL malattia professionale copre, soltanto, una parte del danno da minore capacità lavorativa.

Risarcimento danni eredi del lavoratore deceduto

Molte volte l’esito delle patologie asbesto correlate è infausto. In questi casi, le somme maturate dalla vittima debbono essere erogate ai familiari. Questi ultimi sono, infatti, gli eredi legittimi. In più, se stretti congiunti, hanno anche il diritto al risarcimento dei danni che hanno sofferto direttamente per la perdita del loro congiunto (danni iure proprio).

Anche in questo caso il criterio è quello dell’integrale risarcimento, con quantificazione equitativa (SSUU 26972/2008). Poi vi è lo scomputo per la sola rendita diretta per poste omogenee. Quindi eventualmente al netto delle prestazioni INAIL solo per quanto riguarda i danni iure hereditario (Cass., sez. Lav., sent. n. 777 del 2015).

Per i danni iure proprio, invece, eventuali prestazioni INAIL erogate a titolo di rendita di reversibilità non debbono essere portate a detrazione. Infatti, come precisato dalla Corte di Cass., Sez. lav., n. 30857/2017, gli importi della rendita di reversibilità non debbono essere scomputati. Il risarcimento, quindi, dovrà essere integralmente erogato per quanto riguarda i danni iure proprio.

In conclusione, nel caso in cui ci sia la liquidazione della rendita di reversibilità, tali importi non si sottraggono. Non vi é compensatio. Quindi tutte le somme debbono essere erogate per i danni iure proprio, che si aggiungono a quelli che debbono essere erogati in qualità di eredi.

Amianto malattia e tutela legale

L’ONA fornisce un servizio di consulenza medica gratuita e di consulenza legale gratuita. In questo modo tutela a 360° ogni vittima di patologie asbesto correlate.

Contatta l’Osservatorio Nazionale Amianto per ottenere la tua assistenza legale.

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